LA BANDA LOMBARDO E’ AVVISATA

10 gennaio 2012

E’ una vergogna!

Chiudere il Museo Riso è una vera follia. Un’insana follia, quella degli ignoranti, degli improvvisati, degli irresponsabili, la follia dei banditi della Regione Siciliana.

La banda Lombardo-Armao & co ha colpito ancora, ma questa volta è davvero troppo. Chiudere il Museo Riso equivale a chiudere la porta in faccia alla Sicilia, che si vede defraudata di un’eccellenza. E’ l’ennesimo segno, questa volta fin troppo vistoso, dell’irresponsabilità, dell’incapacità, dell’immoralità di un governo che oggi ha superato ogni limite di sopportazione.

Ancora ricordo quanta passione abbiamo speso in questo progetto, ancora ricordo quanta emozione abbiamo provato nel ridarlo alla luce. Che nessuno si permetta di spegnerla, quella luce; neppure la banda Lombardo.

Su questo, che sia chiaro, Grande Sud non farà sconti. Altro che referendum, altro che chiacchiere!

Lombardo & co sperimenteranno cosa vuol dire avere a che fare con un partito incazzato. Sì, lo siamo e non ci calmeremo, questa volta non ho proprio voglia di calmarmi.
Siamo pronti a tutto pur di mettere fine a questo affronto. Faremo barricate in aula, scenderemo in piazza, se servirà, metteremo le tende sotto il covo di questi banditi della politica e non ce ne andremo da lì, almeno fino a quando non avranno il coraggio di togliersi il passamontagna dalla faccia e presentarsi ai siciliani, spiegando le vere ragioni della chiusura, per poi chiedere scusa e riparare al danno.
Sì perché non ci basteranno le spiegazioni, ne’ ci fermeremo ad eventuali dichiarazioni d’intenti o promesse più o meno vane. Non ci fidiamo! Non arretreremo di un passo, fino a quando Palazzo Riso non verrà restituito ai siciliani.

La Sicilia e Palazzo Riso avranno i briganti di Grande Sud dalla loro parte: la banda Lombardo è avvisata.

GRANDE SUD SIAMO NOI!

9 gennaio 2012

Grande Sud è l’incontro di Gianfranco Miccichè e Adriana Poli Bortone sulla via che porta ad una nuova stagione politica, che ha al centro il Meridione.

Appropriazioni indebite di simboli e nomi non ne accettiamo, specie da parte di chi è abituato a queste volgari pratiche, scorrazzando da tempo di tribunale in tribunale, di causa in causa, di carte bollate in carte bollate.

Grande Sud siamo noi!

 

L’UDC ESCE DAL GOVERNO lOMBARDO: IL COMMENTO

28 dicembre 2011

 

Così il leader di Grande Sud, Gianfranco Miccichè, ha commentato la notizia della fuoriuscita dell’Udc dal governo siciliano, retto da Raffaele Lombardo:

 

Non so quali siano le reali motivazioni che hanno indotto l’Udc a uscire dal governo in Sicilia. L’impressione è che il partito di Casini abbia in mano il pallino del gioco e stia imparando velocemente a ‘dare le carte

BUON NATALE!

24 dicembre 2011

E’ già Natale… lo vedo dalle luci festose per le strade, dai regali di rosso impacchettati che intravedo nelle buste dei passanti. Lo si sente nell’aria quando arriva. E’ tutta una frenesia…

Eppure non posso non rivolgere un pensiero a chi il Natale lo vivrà meno felicemente di quanto dovrebbe.

Agli sfollati dell’alluvione del messinese, ai tanti disoccupati meridionali sparsi in Italia vittime della crisi economica, alle famiglie i cui genitori, nonostante le difficoltà nell’arrivare alla fine del mese, hanno preferito accontentare i propri figli con un regalo pur di vedere un sorriso, almeno, sui loro volti. A tutti loro, buon Natale.

Il mio augurio è che un giorno la politica – e mi ci metto in mezzo anche io - sappia ribaltare le sorti di coloro che soffrono, riscoprendo così il senso stessa dell’impegno civico che ci accomuna, da destra a sinistra, dalle Alpi a Lampedusa: il benessere dei propri cittadini e della propria terra.

Buon Natale!

 

ALL’ORIZZONTE C’E’ LA CASA DEI MODERATI, ALLE AMMINISTRATIVE POTREMMO ANDARE DA SOLI

19 dicembre 2011


“Il centrodestra, così come lo abbiamo conosciuto fino a poco tempo fa, non esiste più. Il Pdl ormai è un partito che si va liquefacendo giorno dopo giorno”. Lo ha detto il parlamentare nazionale e leader di Grande Sud, Gianfranco Miccichè, intervenendo alla convention arancione di Paternò (Ct).

“Oggi vedo farsi strada – ha sottolineato Miccichè – la Casa dei Moderati, che si contrappone agli estremismi della Lega da una parte e alla sinistra dall’altra”.

E in riferimento alle elezioni amministrative di Palermo della prossima primavera, il leader del movimento arancione ha detto: “Continuiamo a chiedere con insistenza un incontro al Pdl. Tuttavia, vorremmo che, qualora si decidessero, ci si possa confrontare con uno e non con cinque coordinatori provinciali”.

“Questo che lanciamo – ha avvertito Miccichè – è un ultimo appello. Dopo le feste natalizie presenteremo il nostro candidato a sindaco, non solo a Palermo ma anche a Paternò, sperando che possa essere quello della coalizione”.

 

IL VOTO SULLA FIDUCIA LO DAREMO. MA SARA’, DI NUOVO, UNA GRANDE FATICA VOTARE SI’

18 dicembre 2011

Ormai sono anni che si fanno incontri senza nessun risultato e continua a non vedersi ancora nulla all’orizzonte. Adesso ci dicono che il Piano per il Sud vale 3 miliardi quando fino a poco tempo fa ne valeva 7.
Si parla tanto di utilizzare i fondi strutturali per il Sud ma quello che vorrei sottolineare è che questi fondi non sono un finanziamento dell’Europa ma un rimborso spese, questi soldi devono essere prima investiti e poi l’Europa restituisce il 50% delle spese. Ma non ci sono aziende che investono al Sud, se Ferrovie dello Stato e Anas non mettono un euro in progetti al Sud il problema non è delle regioni meridionali ma dello Stato e dei governi nazionali. Le Regioni del Sud non sanno cosa fare e non possono fare nulla senza l’intervento dello Stato. Se le aziende statali non investono al Sud noi continueremo a rimanere in questa situazione di stallo con i cantieri chiusi.

Io vorrei invitare i componenti dell’esecutivo a prendere un treno e a farsi un giro per il Sud Italia e constatare come ci siano cantieri chiusi, senza operai con i materiali accantonati in un angolo. Sono tutti cantieri di opere incompiute che prima erano aperti ed ora sono serrati. Noi di Grande Sud siamo riusciti ad ottenere nella manovra un articolo relativo alle opere incompiute, in questo modo almeno saranno terminati quei lavori lasciati a metà e che non si vedano ancora ponti incompleti e strade realizzate solo in parte.Quando io ero vice ministro e poi ministro dello Sviluppo e coesione territoriale riuscimmo a concludere 60 opere incompiute in tutta Italia e soprattutto al Sud perché siamo sbloccammo e i fondi che servivano per completare i cantieri a metà. Certo è un granello di sabbia, ma è un’iniziativa importante per poter ridare occupazione e togliere le brutture dei cantieri incompleti al Sud e sopratutto ci sarà un monitoraggio costante sui lavori.

Insomma niente di rivoluzionario e niente di nuovo rispetto allo scorso governo, che abbiamo troppo spesso criticato, certo siamo solo all’inizio del lavoro del nuovo esecutivo quindi rimaniamo in attesa. Per ora la differenza tra Tremonti e Monti e solo nel ”Tre” iniziale del cognome e che, con il precedente governo, Piano per il Sud era di 7 miliardi, anche se non si riuscivano a sbloccare, e adesso è di 3.

Quindi, ancora una volta, voteremo la fiducia con grande fatica.

 

“Il Sud non può aspettare”

15 dicembre 2011

da XCento Magazine

Nei momenti di crisi a soffrire di più è sempre l’anello debole della catena. La Basilicata e il Mezzogiorno in generale, considerati da sempre Cenerentola d’Italia ed’Europa, salvo le dovute eccezioni geografiche,come si collocano in questo nuovo scenario, così incerto e poco rassicurante nonostante il cambio di governo?

Lo abbiamo chiesto al coordinatore di Grande Sud, Gianfranco Miccichè.

Considerata la situazione di emergenza, le politiche per il Sud saranno costrette ad un passo indietro?

Se ciò accadesse toglieremmo immediatamente la fiducia al Governo Monti. Noi ci aspettiamo discontinuità rispetto agli anni di egemonia leghista. La presenza del ministro Barca alla coesione sociale e territorialeper ora ci garantisce.

Come si colloca Grande Sud rispetto al nuovo esecutivo?

Abbiamo visto di buon occhio il cambio di governo. Abbiamo apprezzato anche il senso di responsabilità che ha portato Silvio Berlusconi a fare un passo indietro. Naturalmente, aspettiamo divedere gli atti e le manovre in Parlamento e lo giudicheremo rispetto alle azioni che svilupperà, soprattutto rispetto agli interessi meridionali. La gente del Sud non può più aspettare.

Se lo spread continua a oscillare, la colpa non era di Berlusconi, che ha continuato a dire “no” alla patrimoniale. Quante lacrime e sangue piangeremo ancora?

Non servono più e soltanto tagli lineari e nuove tasse. Ci vogliono politiche per la crescitae un’idea di sviluppo cheveda il Sud protagonista di una stagione di rilancio. Servono infrastrutture, investimenti, sostegno alle imprese e all’occupazione. Il resto è solo recessione.

Quanto dura il Governo Monti?

Speriamo fino alla fine della legislatura, ma il Parlamento e i partiti sono in fermento, la situazione non è semplice e Monti non è un mantra. Chi denuncia un gap di democrazia non dice in assoluto una bugia. Prima o poi si dovrà tornare al popolo.

Quale sarà la nuova geografia del centro-destra dopo che il governo Monti avrà esaurito la sua missione?

Senza Berlusconi tutto cambierà, non solo il centro-destra. Lui è stato il perno, in negativo e in positivo, su cui si è retto il sistema politico negli ultimi venti anni. Andando via lui…

Se è vero che è in atto una speculazione ai danni dell’euro, come ipotizzato da alcune testate estere, non è impossibile la caduta della moneta unica. In quel caso cosa succederebbe?

Torneremmo alla lira, che sarebbe svalutata. I nostri titoli di stato sarebbero considerati spazzatura. Rischieremmo il fallimento, perché lo Stato farebbe fatica a finanziarsi sui mercati. Ci guadagneremmo nelle esportazionie magari il Pil potrebbe crescere. Certo, servirebbe un po’ di protezionismo. Dovremmo comprare e consumare più prodotti italiani. Ma meglio difendere l’euro.

La crisi delle banche è stata risolta con l’intervento statale. La crisi degli Stati pare provocata dalle stesse banche salvate dai contributi pubblici. Ma chi salverà gli Stati?

Politiche serie di risanamento e di crescita. Attenzione ai territori, ai loro prodotti, alle loro culture e identità. La globalizzazione è un demonio pericoloso. Per questo noi guardiamo al Sud come ad una grande comunità di uomini, idee e risorse. Fra tante banche, buone e cattive, ne manca una essenziale che dovrebbe avere più potere: la Bce che dovrebbe diventare il baluardo dell’euro e poter assumere piena autonomia dai singoli paesi, soprattutto dalla supponenza di Francia e Germania.

(D.A.)

INAUGURAZIONE DELLA SEGRETERIA REGIONALE SICILIANA DI GRANDE SUD

7 dicembre 2011
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